Composizione algoritmicaUn computer può creare musica? Certamente non da solo, ma può rivelarsi uno strumento affascinante da usare nella produzione musicale…
Le tecniche di campionamento sono utilizzate nella musica techno e in altri generi di musica pop in cui le note non vengono suonate direttamente da musicisti dal vivo, bensì vengono scritte e programmate in un computer e riprodotte fedelmente da una macchina. Questa tecnica ha rivoluzionato i generi musicali, e molta della musica che ascoltiamo oggi è stata prodotta così.
Questa tecnica, in realtà, non è nient'altro che un carillon digitale. Potremmo paragonare la tecnica di campionamento (e quindi il campionatore) a un carillon digitale. La musica che ne viene fuori corrisponde esattamente a ciò che il compositore vi ha inserito, nota per nota. L’esecuzione è sempre la stessa ogni volta, e la macchina funge da traduttrice obbediente e precisa dell’idea musicale del suo padrone. Non ci sono mai sorprese, ne’ in positivo ne’ in negativo. La musica pop ha utilizzato spesso il computer in questo modo.
Nella musica d’arte, dove la definizione di musica è più aperta, c’è stata una maggiore curiosità nei confronti della natura del suono in sé. Sin dal 1959 i compositori hanno lavorato per sviluppare software che consentissero di trasformare il computer in un “partner indipendente” nel processo compositivo, una sorta di “assistente musicale robot”. Negli ultimi decenni sono stati compiuti numerosi e affascinanti esperimenti che prendono il nome di composizione algoritmica.
Il significato della parola algoritmo è più o meno quello di "ricetta" o "approccio". Un certo numero di cose da fare, o una serie di regole da seguire al fine di raggiungere un risultato.
Se si volessero preparare dei waffle, ad esempio, si potrebbe seguire un algoritmo di waffle che potrebbe risultare più o meno così:
1. Mischiare ½ tazza di farina, 2 uova, ¾ di una tazza di latte ed un pizzico di sale.
2. Regolare un timer e lasciar riposare la pastella per 30 minuti.
3. Quando il timer suona, accendere la piastra per i waffle.
4. Aspettare qualche minuto.
5. Se la piastra è calda, passare al punto numero 6, altrimenti ritornare al punto 4.
6. Versare un po’ di pastella sulla piastra e richiuderla.
7. Aspettare qualche minuto.
8. Se il waffle ha assunto un colore dorato, procedere al punto 9. Altrimenti, tornare al punto 7.
9. Riporre il waffle su una griglia di metallo.
10. Se è avanzata della pastella, tornare al punto 6, altrimenti procedere al punto 11.
11. Spegnere la piastra.
12. Mangiare il waffle (questo probabilmente puo’ essere fatto senza seguire un algoritmo)
Questo processo potrebbe sembrare piuttosto lungo e complicato ma, se ci pensate, è esattamente ciò che avviene nella vostra testa quando preparate i waffle, sebbene non stiate a ragionare consapevolmente su ogni singolo passaggio. Il computer invece ha bisogno della lista completa di ogni singolo passaggio, in quanto non è dotato di pensiero individuale. Tutti i programmi che usate, dal più semplice software di scrittura al più complesso videogioco, sono costituiti esclusivamente da algoritmi che somigliano a quello del waffle. L’algoritmo però non è di certo scritto in italiano, bensì in un linguaggio che il computer può comprendere, un linguaggio di programmazione.
Un gioco come la dama o il Monopoli ha una serie di regole – o algoritmi – che ognuno di noi deve seguire per far sì che sia divertente giocare. Inoltre abbiamo bisogno dei dadi. Anche un videogioco contiene una serie di algoritmi, e in questo caso il programmatore ha insegnato al computer le regole del gioco stesso scrivendole sotto forma di linguaggio di programmazione. Invece dei dadi il computer utilizza un “generatore casuale” di numeri o eventi. Questo “super dado” può avere, per esempio, 98724728374 o 14 facce di diverse dimensioni – o magari solo sei facce identiche come in un normale dado!
Nel 1994, in collaborazione con NOTAM, ho sviluppato una sorta di videogioco musicale chiamato “Yo”, per cui abbiamo realizzato una tuta di controllo che potete osservare nella foto.
Toccando punti differenti della tuta di controllo con i conduttori metallici sulle mie dita, potevo controllare il computer esattamente come si controlla un videogioco attraverso l’uso di joystick, tastiera o mouse, con l’unica differenza di avere molte più possibilità contemporaneamente. La differenza tra “Yo” e un normale videogioco consiste nel fatto di muoversi in un paesaggio sonoro invece che in un paesaggio visivo. La materia prima utilizzata per questo paesaggio sonoro non è nient’altro che la mia voce. In questo modo posso “cantare” semplicemente toccando il mio corpo. Se cliccate qui, potete ascoltare il suono usato come materiale di base per l’esempio musicale che segue.
Con questo breve suono registrato posso creare molti minuti di musica toccando le lunghe strisce nere sulla tuta. L’algoritmo base ha due variabili, x e y:
0. Suona x millisecondi (ms) del file sonoro dall’inizio..
1. Suona x ms del file sonoro, ma comincia a y ms dall’inizio.
2. Suona x ms del file sonoro. Comincia a y * 2 ms dall’inizio.
3. Suona x ms del file sonoro. Comincia a y * 3 ms dall’inizio.
4. Suona x ms del file sonoro. Comincia a y * 4 ms dall’inizio.
etc.
etc.
In questo modo, la macchina si sposta lungo il file, e il suono emerge lentamente. Nell’algoritmo ci sono due incognite, x e y. Se cliccate qui potete ascoltare l’esempio in cui i valori di x e y sono alti, per cui il suono è piuttosto lungo.
Ma i valori di x e di y possono cambiare durante la riproduzione, e in questo esempio i frammenti di suono sono molto brevi all’inizio per poi diventare gradualmente più lunghi. Clicca per ascoltare.
Ogni striscia presente sulla tuta ha una specifica funzione di controllo, un po’ come il freno, l’acceleratore e il volante in un’automobile. Una striscia mi permette di controllare la lunghezza di x, un’altra di y, e le altre strisce di controllare ulteriori funzioni.
Una striscia mi permette di passare direttamente su un punto qualsiasi del file audio, e poi l’algoritmo procede autonomamente da quel punto. Ecco un piccolo esempio di cosa succede quando tutte e tre le funzioni lavorano contemporaneamente. Clicca qui per ascoltare.
“Yo” non è un brano musicale o una composizione nel senso comune del termine perché non suona mai due volte allo stesso modo. Quando utilizzo “Yo”, mi sorprendo spesso di quello che il computer riesce a inventare mentre suono. E’ quasi strano avere un compagno così attivo, specialmente se si pensa che è costituito solo da circuiti elettrici!
| | |